Paolo Ghezzi, autore de "La rosa bianca", incontra...
Vedere, pensare e resistere. Queste sono le parole proiettate alle spalle di Paolo Ghezzi all’inizio del suo intervento in Aula Magna per le classi terze e quinte del Liceo Linguistico nella mattinata del 15 gennaio 2025.
Il giornalista trentino è l’autore del libro “La rosa bianca. La resistenza al nazismo in nome della libertà”; da quel libro l’attrice Aida Talliente, insieme a Fabrizio Saccomanno, ha tratto uno spettacolo teatrale a cui parteciperanno il 28 gennaio le stesse classi.
L’amicizia, l’amore, la montagna, la musica, l’arte: Paolo Ghezzi è partito dalle passioni di questo gruppo di amici, studentesse e studenti di Monaco di Baviera che a un certo punto della loro giovane vita decidono di opporsi al regime nazista attraverso la scrittura e la diffusione di alcuni volantini. Non un partito, non un’organizzazione sindacale, non una parrocchia dietro a loro: solo un comune anelito verso la libertà.
Su una delle slides proiettate c’era scritto: “L’importanza di stare (e sentirsi) in sintonia in un (piccolo) gruppo di relazione interpersonale: complicità”. Diverse le loro origini religiose: chi cattolica, chi protestante, chi ortodossa, chi con un nome della tradizione induista, chi di origini russe. Curioso: nessuno di loro era ebreo, nessuno di loro aveva da temere concretamente qualcosa dal regime nazista… Eppure un comune sentire, una comune esigenza di dover alzare la voce. La pagheranno cara Hans Scholl, Willi Graf, Alexander Schmorell, Christoph Probst, Sophie Scholl e l’insegnante Kurt Huber: verranno arrestati, processati e condannati a morte nel giro di pochi giorni. Tanta era la paura del regime nazista nei confronti del loro dissenso se decise di procedere con tale velocità e con tale veemenza: ricorda quelle del regime iraniano nei confronti degli oppositori, ha fatto notare Paolo Ghezzi.
E proprio questo collegamento con l’attualità, frequente durante tutto l’intervento del giornalista, è uno dei lasciti di questa mattinata: è stata raccontata una storia del 1943 e nell’ultima slide c’era una fotografia di Sophie Scholl resa contemporanea dalla colorazione di un artista accompagnata dalle parole “Solo lei era Sophie Scholl. Ma noi possiamo agire come Sophie Scholl”.
Scrive una delle studentesse presenti: “Ho apprezzato molto questo incontro. Ho trovato la storia dei ragazzi della Rosa bianca interessante e credo ci porti a riflettere su un aspetto della storia sul quale spesso non ci si sofferma. Oltre alla storia in sé, mi è piaciuta molto la spiegazione di Paolo Ghezzi in quanto carica di passione e coinvolgente. Ho percepito che l’autore ha davvero a cuore questo avvenimento ed è riuscito a trasmettere questo sentimento ai suoi ascoltatori, o almeno per me è stato così. Sono curiosa di vedere come questa storia verrà portata sul palco a teatro”.
Buona fortuna Aida Talliente: le aspettative qui sono alte!
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