La Rosa Bianca, lo spirito vive nella voce delle ragazze e dei ragazzi...
Il 15 gennaio 2025, alla fine dell’incontro delle classi terze e quinte del Liceo Linguistico con Paolo Ghezzi, autore del libro “La rosa bianca. La resistenza al nazismo in nome della libertà”, una studentessa si esprimeva così: “Sono curiosa di vedere come questa storia verrà portata sul palco a teatro”.
Infatti il 28 gennaio studentesse e studenti hanno assistito, al Teatro Palamostre, allo spettacolo tratto dal libro di Paolo Ghezzi: scritto da Aida Talliente, presente sul palco insieme a Sandro Fulvio Pivotti e al musicista Marco Colonna, ha tenuto il pubblico incollato alle poltrone. La storia l’abbiamo accennata nell’articolo sull’incontro con l’autore, oggi diamo spazio alle parole di chi ha ammirato l’opera.
“Lo spettacolo mi è piaciuto davvero molto, l’atmosfera era molto suggestiva e gli attori hanno espresso appieno ciò che questa importante storia vuole insegnare. Il sottofondo musicale ha aggiunto quel tocco in più e ha reso lo spettacolo ipnotizzante.
Consiglierei di portare ogni classe a vederlo, grazie per la possibilità”.
(R. classe quinta)
“Da parte mia, semplicemente spettacolare: toccante, fine, di pacata eleganza, ha toccato le corde della mia sensibilità”.
(L. classe quinta)
“Meraviglioso. Rappresentazione ottima, attori bravissimi, musica ed effetti speciali hanno trasmesso un’atmosfera unica. Nonostante conoscessi la storia, è come se ne l’avessi sentita per la prima volta. Lo spettacolo ha mosso in me emozioni forti e soprattutto mi ha fatto sorgere domande riguardo al nostro modo di vivere le cose.
Grazie della bella opportunità”
(G. classe terza)
“La rappresentazione teatrale La Rosa Bianca, pur raccontando una storia di sofferenza e sacrificio, è anche un inno alla resistenza dello spirito umano.
Mi sono ritrovata a riflettere sull'importanza della memoria storica e sulla necessità di non dimenticare le atrocità del passato per evitare che possano ripetersi. C’è un senso di commozione profonda nel vedere come giovani come Sophie, con una forza quasi disarmante, abbiano scelto di opporsi a un sistema di odio, rischiando tutto per un ideale di giustizia.
A vedere questo teatro probabilmente ci si può sentire anche un po’ in colpa ad essere spettatore di fronte alle ingiustizie, ma comunque utile per essere consapevoli”.
(M. classe quinta)
“Trovo che lo spettacolo sia stato molto interessante e commovente, soprattutto nella sua parte finale.
Sicuramente gli attori sono riusciti a rappresentare quella che era (ed è) la vera identità della Rosa Bianca, in particolare ho apprezzato molto l’inclusione di quelle che erano le vite ma anche le passioni di questi ragazzi. Spesso tendiamo a considerare La Rosa Bianca solamente come gruppo, dimenticandoci però che dietro a questa resistenza ci fossero in realtà dei ragazzi normali, pieni di interessi e passioni.
Riassumendo, ho apprezzato tantissimo lo spettacolo e l’ho trovato veramente ben riuscito “
(E. classe quinta)
“Conoscevo già la storia della Rosa bianca e mi ero già ampiamente informata su questo gruppo di ragazzi che sono andati contro il regime Nazista.
Devo però dire che questo spettacolo mi ha colpito ugualmente, come se fosse stata la prima volta che sentivo questo racconto.
Togliendo il fatto che il teatro sia una delle mie più grandi passioni, ritengo che l’elemento più innovativo dello spettacolo si trovi nel modo in cui l’argomento è stato trattato: la perfetta unione del tragico e dell’ironico, ad esempio… l’elemento che però mi ha particolarmente impressionata, se così si può dire, è stata la volontà di approfondire le loro vite al di fuori della guerra: i libri che leggevano, le loro passioni e soprattutto i loro scritti non inerenti ai 6 famosi volantini.
Questa particolarità mi è piaciuta perché ho notato che queste sono cose di cui non si parla; di solito li si conosce per il loro atto, indubbiamente coraggioso, però non ci si concentra sul fatto che prima di essere degli eroi questi ragazzi sono stati dei giovani e sono stati mossi da quella che appunto è stata più volte chiamata «gioia di vivere». Questi studenti avevano evidentemente un motivo o tanti motivi per continuare a vivere e il fatto che siano morti, come evidenziato nello spettacolo, non toglie che ad ogni modo il loro spirito… viva”.
(I. classe quinta)
“La rosa bianca è un gruppo di ragazzi che incarna il coraggio di chi non ha accettato la violenza e l’oppressione, scegliendo di lottare con il pensiero e le parole anziché con le armi. Durante la visione del piacevole spettacolo, emerge la narrazione, che non solo è una cronaca storica ma anche una riflessione universale sulla libertà di pensiero: il rischio di opporsi a un sistema totalitario e la lotta per la giustizia. L’opera mette in risalto non solo la bellezza del coraggio e della forza di volontà, bensì anche il tragico senso di solitudine di chi sceglie di opporsi, spesso con poche speranze di successo, al regime del terrore. La scenografia e la regia, minimali ma potenti, riescono a immergere il pubblico in un’atmosfera di tensione e riflessione costante, mentre i dialoghi tra i membri del movimento, in particolare tra Sophie e il fratello Hans, sono scanditi da una tragicità che risuona nel dramma esistenziale di ogni forma di resistenza contro l’ingiustizia. In fondo, La rosa bianca ci invita a riflettere su quanto sia importante, ancora oggi, la difesa della libertà di pensiero e l’impegno per la verità, anche quando questo comporta sacrifici enormi per ognuno di noi. Un omaggio commovente a una figura che, nonostante la sua morte prematura, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia”.
(G. classe terza).
“Il teatro ha la straordinaria capacità di trasformare il passato in una narrazione viva, emotiva, che risuona nel presente e La Rosa Bianca fa esattamente questo. Raccontare la storia di giovani che, consapevoli del rischio di morte, hanno scelto di opporsi a un regime totalitario e criminale, ci costringe a riflettere non solo sul valore della resistenza, ma anche su cosa significhi oggi, in una democrazia, impegnarsi per i propri valori e la propria etica, a prescindere dalle difficoltà.
Sophie Scholl, protagonista principale della vicenda, è un simbolo di forza e determinazione.
La sua scelta di opporsi al regime nazista non era solo un atto di ribellione, ma anche una decisione etica, una lotta per la dignità umana. Lo spettacolo non solo ci fa entrare nelle sue emozioni e nei suoi dubbi, ma ci mette anche di fronte alla sua capacità di agire con lucidità e fermezza, anche nel momento del sacrificio finale.
Non c'è bisogno di effetti speciali per comunicare l'intensità del messaggio. La scena si fa quasi essenziale, mettendo in risalto i dialoghi, i momenti di riflessione interiore e la tensione crescente.
Eppure, non è solo una riflessione sul passato. Questa storia ci interroga su come, anche oggi, spesso siamo chiamati a prendere posizione, a resistere, a non abbassare lo sguardo di fronte alle ingiustizie. In un mondo in cui, purtroppo, continuiamo a confrontarci con le atrocità della guerra, dell'intolleranza e delle discriminazioni, la storia di Sophie Scholl e dei suoi compagni ci ricorda l'importanza di agire con integrità e coraggio, anche quando la realtà sembra insormontabile”.
(G. classe terza)
“La visione dello spettacolo teatrale “la rosa bianca” è stata per me un viaggio travolgente all’interno di una storia tragica quanto affascinante nonché fonte di profonda riflessione.
Innanzitutto, ho trovato estremamente suggestivo e affascinante il fatto che la storia non sia stata raccontata in maniera canonica soffermandosi solo sugli eventi accaduti.
Il soffermarsi sull’individualità di ognuno dei ragazzi del gruppo attraverso la lettura di frasi da loro scritte e il racconto di particolari specifici della loro vita privata, a mio avviso, ha contribuito a rendere il pubblico veramente partecipe della storia stessa e capace quindi di provare compassione e dolore per le vittime.
Ho amato altrettanto l’accompagnamento musicale che riusciva ad adattarsi perfettamente alle scene rendendo il tutto più coinvolgente e reale.
Infine, lo spettacolo è stato per me fonte di forte riflessione su molti aspetti: tutto lo spettacolo era infatti punteggiato di frasi e parole che mi hanno toccato nel profondo non solo per il contenuto ma anche nella maniera in cui sono state dette. Ho avuto modo di riflettere sul tema della libertà, dell’indifferenza, del valore della cultura e soprattutto del coraggio di resistere di fronte a un regime che limita la libertà dell’uomo e lo priva dei suoi diritti. Da qui una frase che mi è rimasta in mente: “sempre resistere alle forza contrarie”.”
(B. classe terza).
“Tre attori, un sassofono, la luce, i fogli, la melodia finale. I giovani della rosa bianca tornano in vita, coraggiosi, uniti contro il fascismo e le sue leggi. Le loro azioni e il loro pensiero rimarranno per sempre: “Das Gesetz ändert sich, das Gewissen nicht” disse Sophie Scholl rispecchiando il pensiero di Brecht: “Wo Unrecht zu Recht wird, wird Widerstand zur Pflicht”.”
(E. classe quinta).
Avevamo concluso l’articolo su Paolo Ghezzi con queste parole: “Buona fortuna Aida Talliente: le aspettative qui sono alte!” ... Beh, sono state persino superate!
La Rosa Bianca... Lo spirito vive!