'Giorno della Memoria': un segnalibro tra le pagine della Storia dell'Umanità...
Il 27 gennaio si ricorda l'anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz - Birkenau, a 80 anni dall’ingresso dell’Armata Rossa nel campo.
Il Giorno della Memoria venne istituito dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000: per non dimenticare le vittime della Shoah, a 80 anni dall’ingresso dell’Armata Rossa nel campo di messa a morte di Auschwitz - Birkenau.
La data è stata scelta, come ricorda la legge stessa, quale anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, in ricordo della Shoah, lo sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”...
Per non dimenticare le vittime della Shoah, bambine, bambini, donne, uomini, Umanità alla quale è stata follemente e violentemente scippata la vita, il futuro: le parole della poetessa partigiana Joyce Salvadori Lussu, nella poesia "Scarpette Rosse", ci aiutano.
Ci sono ancora tante scarpette di bimbi, tante, troppe purtroppo tra i palazzi bombardati nelle inutili guerre intorno a noi, ai bordi delle fosse comuni, nelle acque dei nostri mari, sulle spiagge degli sbarchi, lunghe le rotte dei migranti...
Per non dimenticare le vittime della follia umana e dell’indifferenza, leggiamo e riflettiamo insieme:
"Scarpette Rosse", di Joyce Lussu
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco".
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
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